L'economia di Oaxaca in epoca coloniale

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La società coloniale di Oaxaca non differiva da quella di altre regioni del Vicereame; Tuttavia, aveva le sue caratteristiche, a causa della diversità etnica e linguistica che lo formavano dalle sue origini.

Nel Cinquecento le antiche famiglie indigene mantennero una certa importanza economica e sociale; ma la Corona a poco a poco si faceva sentire il suo dominio sui diversi gruppi sociali. Nel XVII e XVIII secolo, il prestigio indigeno era visibile solo nelle cerimonie religiose, che, come adesso, duravano diversi giorni.

Accanto agli indigeni e agli spagnoli emersero gruppi di meticci e criollos; e solo in alcune regioni costiere si stabilirono persone di colore. Tuttavia, la popolazione spagnola - peninsulare e creola - non è mai stata molto numerosa nello stato; ed era quasi sempre concentrato nella capitale e in grandi città come Tehuantepec o Villa Alta.

Il servizio personale che gli indigeni dovevano rendere alla Chiesa, agli encomenderos e alla Corona, era comune per tutto il XVI secolo. Successivamente, la hacienda divenne l'unità di produzione e sfruttamento che, insieme al lavoro delle miniere, sostenne il sistema economico coloniale. Gli indigeni hanno costituito la forza lavoro più importante dello stato, durante quei secoli coloniali.

L'economia di Oaxaca, fin dalle sue origini, era basata sullo sfruttamento della terra: agricoltura e estrazione mineraria, principalmente. Dalla prima di queste attività va evidenziata la coltivazione dello scarlatto, soprattutto nella zona Mixteca, oltre che della seta e del cotone. La cocciniglia (cocus cacti) è un insetto emiptere che vive nelle nopales (dactylinpius cacti), che ridotto in polvere produce un colorante scarlatto che viene utilizzato per tingere i tessuti; detta tintura era molto apprezzata nei domini ispanici.

Lo sfruttamento dei metalli e della cocciniglia (Nocheztli) portò allo sviluppo di altre attività economiche come l'agricoltura e l'allevamento, ma soprattutto diedero il via ad un intenso commercio locale e interregionale. I prodotti di Oaxaca (sale, tessuti, pelle, indaco) sono arrivati ​​a Puebla, in Messico, a Querétaro e Zacatecas. Naturalmente, quell'economia era soggetta a eventualità e fluttuazioni, prodotte da calamità naturali - siccità, pestilenze, terremoti e inondazioni - e misure coercitive imposte dalle autorità vicereali e peninsulari.

L'economia di Oaxaca è stata completata dalla produzione di alcuni prodotti per il consumo locale; ad esempio la ceramica, soprattutto nei paesi delle valli centrali (Atzompa, Coyotepec) e i sarapi di lana nelle regioni di Tlaxiaco (Mixteca Alta) e Villa Alta; quest'ultimo ufficio ha dato il nome a una città: San Juan de la Lana. Nonostante il severo controllo commerciale, anche i prodotti europei, sudamericani e asiatici sono arrivati ​​a Oaxaca attraverso i porti di Huatulco e Tehuantepec.

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